Visita alla camera dell’Albergo Diffuso, Casa Martino.
È stato possibile in occasione delle Notti Incantate di Corippo nei giorni 15, 16 e 17 dicembre.
L'abbiamo fatto con un filo di commozione e un pizzico di nostalgia. Era la casa del nonno Martino Scilacci 1876-1921 che con la nonna ha avuto undici figli.
Diciamo che più che una casa era un locale di quattro metri per quattro con un camino e una finestra. Naturalmente niente luce elettrica e niente acqua corrente. Per cucinare e per lavarsi dovevano andare a prenderla alla fontana con il secchio. I due piani sottostanti erano di altri proprietari. Quindi per dormire dovevano spostarsi di una cinquantina di metri in un altro locale, appena più grande, ma dove ci stavano diversi letti. Immagino il freddo che avranno patito in quegli inverni rigidi e nevosi. E poi undici figli, la prima nata nel 1897 e l’ultimo nel 1921 come ci stavano in quei miseri locali. È anche vero che agli inizi del 1900 i corippesi cominciavano già a risiedere a Quartino e probabilmente il nucleo famigliare si divideva a dipendenza delle necessità.
Noi da ragazzi abbiamo avuto la fortuna di passare diverse vacanze estive in questo locale ormai abbandonato per il resto dell’anno, parliamo degli anni 1955/1965. Per noi che vivevamo al Piano in case relativamente moderne, tornare qui con le zie per qualche settimana era una manna. Le zie, che come noi abitavano al Piano, tornavano regolarmente ogni anno in questa casa che le aveva viste nascere. Loro cucinavano, con il fornello a gas o sul camino, noi si faceva gara ad andare a prendere l’acqua. Per il resto della giornata solo gioco “in gir pi strecc” o al “pozzom”.
Quando calava la notte e si rientrava in casa, si accendevano le lanterne a olio e poi più tardi, via di corsa a dormire su quei rumorosi materassi fatti ancora di foglie secche. Una goduria.
Dopo questo lungo preambolo trovate le foto di come era e come è oggi la Casa Martino e penso proprio che una notte ci verrò, magari quando nevica.
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