Un'altra nostra curiosità era sapere quando i verzasca iniziarono a scendere e in seguito acquistare proprietà sul Piano di Magadino. Ci viene ancora in aiuto il libro di Giuseppe Mondada "Corippo"
Almeno già dal secolo XIV troviamo i Verzaschesi
che scendono a svernare il bestiame sul Piano di Magadino, dove non mancavano
possibilità di pascolo e per provviste di foraggi. Abitano, come pastori o
massai, in casupole della collina retrostante (Terricciole) e anche nei
villaggi stessi del piano, Gordola specialmente ma anche Tenero, Cugnasco e
perfino come i Corippesi, al di là del fiume Ticino, a Quartino (Magadino).
Quando la borghesia locarnese dà
segni di declino o abbandona le sue proprietà sul Piano di Magadino o nelle
vicinanze, i valligiani comperano appena possono, casolari,
stalle, prati e vigneti, divenendo
cosi possessori di due case, una in valle e una al piano, con annesse entrambe terra
da coltivare. In realtà però le stazioni della discesa e dell'ascesa che la
transumanza comportava sono più di due. In autunno il Verzaschese infatti si
trova con la famiglia e con il bestiame nel villaggio di valle a condurre a
termine i lavori dei campi e del bosco. Al sopraggiungere dell'inverno discende
al piano dove il vigneto richiede non poche cure. Giunta la primavera si fa ritorno
al villaggio in valle. Breve è la fermata, quel tanto insomma che è necessario per
sistemare i coltivi e per provvedere alla ripulitura dei prati. Poi si riprende
la via dei monti, ove c'è altro da sbrigare e non manca la possibilità di
pascolo. Terminata la stagione estiva si ripetono in senso inverso nella discesa
le stazioni dell'ascesa, fin che di bel nuovo ci si ritrova nel villaggio di valle,
che ogni anno per brevi intervalli alternativamente si riempie e si vuota.
I Corippesi, contrariamente agli
altri convallerani usavano per le feste di Natale interrompere per alcune
settimane il soggiorno al piano per far ritorno in valle.
Nostalgia del tepido sole di cui
Quartino, il loro posto invernale, era del tutto privo?
Quel momento era scelto per qualche
festa religiosa e per la convocazione delle assemblee comunali.
Per fare bene e al momento giusto ogni
lavoro non bastavano né questo continuo dentro e fuori della valle né la possibilità
di disporre di quattro o cinque abitazioni arredate almeno con lo stretto
necessario. La cura del vigneto e la falciatura del fieno sul Piano di Magadino, per non citare che un esempio,
dovevano essere eseguite contemporaneamente ai lavori richiesti dal bestiame ch'era
sui monti o all'alpe. La famiglia allora si divideva, chi rimaneva in montagna e chi scendeva al piano.
Testo tratto dal bel libro di Giuseppe Mondada "Corippo" 1975 anno europeo del patrimonio architettonico