Ci siamo sempre chiesti come si è formato e quale
conformazione aveva in tempi remoti il Piano di Magadino. Ecco, ora
grazie a “Ticino Magazine” Luglio- Agosto 2013, pagine 59/60 e all'interessante ricerca di Cristian Scapozza lo sappiamo.
Una storia
lunga 25'000 anni.
Conosciuto
anche come “granaio del Ticino”, il Piano di Magadino è considerato la zona
agricola più pregiata del nostro cantone. Se le importanti trasformazioni
territoriali che lo hanno caratterizzato negli ultimi secoli sono sotto gli
occhi di tutti, in primis la storia della sua bonifica e a sua recente
industrializzazione, la sua storia geomorfologica è sconosciuta ai più. In
estrema sintesi, si potrebbe dire che il Piano di Magadino costituisce un
territorio rubato poco a poco, metro dopo metro, anno dopo anno, al Lago
Maggiore. È infatti il lento progredire dei delta del Ticino e della Verzasca
che ha permesso di riempire l’ampia e profonda conca rocciosa della valle del
Ticino nel corso dei millenni. Ma facciamo un passo indietro grazie all’aiuto
di Cristian Scapozza, dell’Istituto scienze della Terra della SUPSI. Prima
di andare a vedere quando è nato il piano, soffermiamoci brevemente sull’atto
di nascita del Lago Maggiore. All’incirca 25 mila anni fa, al culmine
dell’ultima grande glaciazione, buona parte del territorio ticinese si trovava
ricoperto da una spessa coltre di ghiaccio, che sul Piano di Magadino
raggiungeva i 1200–1400 metri di altitudine. Lo scioglimento di questo enorme
ghiacciaio con il conseguente ritiro delle grandi lingue glaciali che dalla
regione dei passi scendevano fino a lambire la Pianura padana ha permesso di
riempire la parte terminale dei solchi vallivi e di dare alla luce i grandi
laghi sud alpini come il Maggiore, il Ceresio o il Lario. Il giovane Lago
Maggiore era più esteso e più alto di
come lo conosciamo oggi. Il suo livello massimo all’inizio della deglaciazione,
circa 20 mila anni fa, raggiungeva infatti i 220 metri di altitudine. Dal
momento che i ghiacci si sono ritirati nelle valli superiori, circa 15 mila
anni fa, il fondovalle tra Biasca e Magadino era un susseguirsi di bacini
lacustri: nell’attuale Riviera, alla confluenza tra il Ticino e la Moesa, nel
Bellinzonese e lungo tutto il Piano di Magadino che evidentementeancora non
esisteva dove il Lago Maggiore si situava a una quota di 212 metri sul livello
del mare. L’atto di nascita del Piano di Magadino si colloca da qualche parte
tra 15'000 e
10'000 anni fa. In quel momento, infatti, sappiamo che i laghi che
occupavano il fondovalle della Riviera e del Bellinzonese erano stati già completamente
riempiti, mentre il fronte del delta del Ticino – quello che, per
intenderci, troviamo oggi tra Magadino e Tenero – si situava poco a valle di
Sant’Antonino. I sondaggi realizzati nel Piano di Magadino e i frammenti di
legno ritrovati, e datati durante questi scavi, permettono di seguire con
precisione il lento avanzare della terra sul lago. Così, 7 mila anni fa, quando
i primi colonizzatori del territorio
ticinese si istallavano sulla collina di Castelgrande a Bellinzona, il Lago
Maggiore arrivava ancora a monte di Contone e Cugnasco. Circa 3500 anni dopo la
pianura alluvionale del Ticino aveva già sopravanzato Quartino e Riazzino,
mentre in epoca romana essa raggiungeva Gordola. Proprio in questa località c’è
un’importante testimonianza storica di quando il Lago Maggiore era più esteso
di oggi, con il porto lacustre di Gordola che è stato il maggiore punto di
imbarco dell’alto lago nel periodo compreso tra il 1100 e il 1400 d.C.
La storia
recente del Piano è viepiù meglio conosciuta mano a mano che ci si avvicina ai
nostri giorni. La devastante Buzza di Biasca del 1515 ha infatti contribuito a
modificare in maniera importante la navigabilità del fiume Ticino, e spostato
la sua foce in riva destra del piano, dove oggi c’è la Bolla Rossa di Tenero.
Ma la foce del Ticino non ne voleva sapere di fissarsi in un punto e di
restarci, e quindi migrò più volte dalla riva destra alla riva sinistra del
fondovalle durante tutto il Settecento e parte dell’Ottocento, fino a quando, a
seguito della grande inondazione del 1868, l’uomo decise di imbrigliare il
fiume e di incanalarlo lungo tutto il suo corso tra Bellinzona e Magadino.
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RispondiEliminaThank you. I found this account of the geology and past history of the area quite fascinating. (Margaret, a Scettrini descendant.)
RispondiEliminaGrazie Margaret
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