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lunedì 8 giugno 2020

Il Lago Maggiore fino a Monte Carasso



Ci siamo sempre chiesti come si è formato e quale conformazione aveva in tempi remoti il Piano di Magadino. Ecco, ora  grazie a “Ticino Magazine” Luglio- Agosto 2013, pagine 59/60 e all'interessante ricerca di Cristian Scapozza lo sappiamo.





Una storia lunga 25'000 anni.
Conosciuto anche come “granaio del Ticino”, il Piano di Magadino è considerato la zona agricola più pregiata del nostro cantone. Se le importanti trasformazioni territoriali che lo hanno caratterizzato negli ultimi secoli sono sotto gli occhi di tutti, in primis la storia della sua bonifica e a sua recente industrializzazione, la sua storia geomorfologica è sconosciuta ai più. In estrema sintesi, si potrebbe dire che il Piano di Magadino costituisce un territorio rubato poco a poco, metro dopo metro, anno dopo anno, al Lago Maggiore. È infatti il lento progredire dei delta del Ticino e della Verzasca che ha permesso di riempire l’ampia e profonda conca rocciosa della valle del Ticino nel corso dei millenni. Ma facciamo un passo indietro grazie all’aiuto di Cristian Scapozza, dell’Istituto scienze della Terra della SUPSI. Prima di andare a vedere quando è nato il piano, soffermiamoci brevemente sull’atto di nascita del Lago Maggiore. All’incirca 25 mila anni fa, al culmine dell’ultima grande glaciazione, buona parte del territorio ticinese si trovava ricoperto da una spessa coltre di ghiaccio, che sul Piano di Magadino raggiungeva i 1200–1400 metri di altitudine. Lo scioglimento di questo enorme ghiacciaio con il conseguente ritiro delle grandi lingue glaciali che dalla regione dei passi scendevano fino a lambire la Pianura padana ha permesso di riempire la parte terminale dei solchi vallivi e di dare alla luce i grandi laghi sud alpini come il Maggiore, il Ceresio o il Lario. Il giovane Lago Maggiore era più esteso e più alto di come lo conosciamo oggi. Il suo livello massimo all’inizio della deglaciazione, circa 20 mila anni fa, raggiungeva infatti i 220 metri di altitudine. Dal momento che i ghiacci si sono ritirati nelle valli superiori, circa 15 mila anni fa, il fondovalle tra Biasca e Magadino era un susseguirsi di bacini lacustri: nell’attuale Riviera, alla confluenza tra il Ticino e la Moesa, nel Bellinzonese e lungo tutto il Piano di Magadino che evidentementeancora non esisteva dove il Lago Maggiore si situava a una quota di 212 metri sul livello del mare. L’atto di nascita del Piano di Magadino si colloca da qualche parte tra 15'000 e 10'000 anni fa. In quel momento, infatti, sappiamo che i laghi che occupavano il fondovalle della Riviera e del Bellinzonese erano stati già completamente riempiti, mentre il fronte del delta del Ticino – quello  che, per intenderci, troviamo oggi tra Magadino e Tenero – si situava poco a valle di Sant’Antonino. I sondaggi realizzati nel Piano di Magadino e i frammenti di legno ritrovati, e datati durante questi scavi, permettono di seguire con precisione il lento avanzare della terra sul lago. Così, 7 mila anni fa, quando i primi colonizzatori del territorio ticinese si istallavano sulla collina di Castelgrande a Bellinzona, il Lago Maggiore arrivava ancora a monte di Contone e Cugnasco. Circa 3500 anni dopo la pianura alluvionale del Ticino aveva già sopravanzato Quartino e Riazzino, mentre in epoca romana essa raggiungeva Gordola. Proprio in questa località c’è un’importante testimonianza storica di quando il Lago Maggiore era più esteso di oggi, con il porto lacustre di Gordola che è stato il maggiore punto di imbarco dell’alto lago nel periodo compreso tra il 1100 e il 1400 d.C.
La storia recente del Piano è viepiù meglio conosciuta mano a mano che ci si avvicina ai nostri giorni. La devastante Buzza di Biasca del 1515 ha infatti contribuito a modificare in maniera importante la navigabilità del fiume Ticino, e spostato la sua foce in riva destra del piano, dove oggi c’è la Bolla Rossa di Tenero. Ma la foce del Ticino non ne voleva sapere di fissarsi in un punto e di restarci, e quindi migrò più volte dalla riva destra alla riva sinistra del fondovalle durante tutto il Settecento e parte dell’Ottocento, fino a quando, a seguito della grande inondazione del 1868, l’uomo decise di imbrigliare il fiume e di incanalarlo lungo tutto il suo corso tra Bellinzona e Magadino.



3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Thank you. I found this account of the geology and past history of the area quite fascinating. (Margaret, a Scettrini descendant.)

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